Volare o Cadere

Buon vento!

Oggi voglio esordire così, con la formula con la quale ormai sapete sono solito chiudere, perché parleremo di leggerezza.

Nulla è più leggero dell’essere, neppure l’aria, contro la quale il vento s’infrange. L’essere invece vi galleggia, lieve.

Tuttavia ne abbiamo paura. C’è una grande contraddizione fra l’essere interiore e quello fisico: il primo è fatto per volare, il secondo obbedisce alla legge di gravità, alla quale si aggrappa ricavandone sicurezza.

“La vertigine è qualcosa di diverso dalla paura di cadere. La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura.”

È una frase di Kundera in L’insostenibile leggerezza dell’essere, e a mio parere il sunto del suo profondo significato.

La paura di volare non esiste, ma solo quella di cadere.

Volare è per l’uomo un desiderio infinito che possiede da sempre: il mito di Icaro, le macchine di Leonardo, i giri del mondo in mongolfiera.

Là, sulle ali del vento, nell’etere, nascono i sogni e si trasformano in note.

E se allora la vertigine che provi quando il vuoto si apre sotto di te fosse un semplice e istintivo desiderio di volo?

 

PAURA O DESIDERIO?

“…poi d’improvviso venivo dal vento rapito

e incominciavo a volare nel cielo infinito…”

Anche i più giovani la conoscono, una canzone che ha travalicato i tempi e si è trasformata in poesia. Il sogno del volo è piuttosto diffuso e, per chi lo ricorda, assai piacevole.

Da cosa nasce questo desiderio?

Nell’aria, nel vento, vi è libertà assoluta, evasione totale dai limiti della materia, leggerezza, pace. Là, nell’etere, collochiamo tutto ciò che vi è di più misterioso e caro, e vi rivolgiamo lo sguardo e anche la preghiera.

 

IL VUOTO … e LA PULSIONE VERSO DI ESSO

Il vuoto non esiste, lo sappiamo bene e lo riempiamo di fantasie; in fondo cos’altro è il sogno se non un viaggio attraverso di esse?

Se il nostro corpo non reagisse attraverso qualche stratagemma la pulsione di attraversare quello spazio, di provare l’ebrezza del volo, sarebbe forse troppo forte.

Ecco allora comparire la vertigine: sensazione sgradevolissima che comporta un malessere fisico intenso.

 

VERTIGINE

Nausea, ronzio, senso di svuotamento, stordimento.

Tralasciamo le possibili cause fisiche che possono ingenerarla (è comunque sempre bene chiedere il consulto di uno specialista per indagarne la causa), questa sensazione provoca sintomi assimilabili al panico, alla fobia, assai difficili da controllare.

Lo dice la parola stessa: vertigine = girare, volgere, turbinare.

Compare quando sotto di te si apre il vuoto. Non siamo fatti per volare, se non con la mente, ed è quindi ovvio avere paura del vuoto; tuttavia se i tuoi piedi sono ben saldi per terra questo timore diventa assolutamente illogico.

Osserva la famosissima immagine a lato.

Che cosa provi? Cosa pensi? Lo faresti?

Se ti va, puoi esprimere le tue sensazioni nei commenti all’articolo, mi farebbe piacere, oppure se preferisci e lo ritieni utile, parlarmene in privato, ma di una cosa sono sicuro: della risposta negativa all’ultima domanda.

No, non lo faresti. Eppure, se si riuscisse a osservare solo attraverso un processo mentale logico, scevro di suggestione, questi signori non stanno facendo nulla di particolarmente insolito o che ognuno di noi ha fatto. Siedono su di una sorta di lunga panca, alta abbastanza per far sì che i piedi non tocchino il suolo.

Quanti ragazzi vediamo così seduti sul parapetto di qualche piazza?

Se non cadi tu, se non cadono i ragazzi, perché dovrebbero cadere questi lavoratori? Essi sono infatti tranquilli, fanno quello che farebbero se il suolo fosse a dieci centimetri dai loro piedi, chiacchierano, sorridono, si accendono una sigaretta. Per loro vuoto o suolo non cambia nulla.

Ricordi poi quando da piccolo giocavi al funambolo? seguivi una linea definita da un qualche cosa, la congiunzione delle piastrelle o un diverso colore sul selciato. Sei perfettamente in grado di stare su di essa e muoverti agevolmente senza mai uscirne, ma ciò avviene soltanto perché avverti la terra salda anche oltre a essa. Se così non fosse, se ai suoi lati si aprisse il vuoto, non potresti più.

Tutto normale fino a qui, a meno che tu non lavori su di una gru o ambisca ad attraversare il cielo su di una fune.

Domandati però ora quanto questa paura, tradotta in sensazione di vertigine, ti condiziona.

Esistono delle efficacissime tecniche che aiutano a superarla, o meglio a controllarla.

Hai voglia di parlarne?

Ricorda che il vuoto più temibile è quello interiore ma che c’è sempre un buon vento su cui galleggiare e risalire.

E dunque, oggi più che mai

Buon vento!

 

Federico Piccirilli

Psicologo Psicoterapeuta

Terapia Breve 

Terapia  a Seduta Singola

 

 

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