Mi manchi papà

Essere padre è un atto di coraggio. Per essere padre, un uomo deve fare due cose contraddittorie: essere forte e determinato e, al contempo, tenero, perché solo questo dolce ossimoro crea il binomio indivisibile, che forgia l’amore paterno.

Da ciò se ne deduce che il lavoro di avvicinare le due polarità che caratterizzano ogni maschio, quella competitiva, istintiva, animale e quella protettiva, paterna, è un costante lavoro di autodisciplina, che un padre adotterà per tutta la sua vita…Fino al suo ultimo respiro.

Ed è proprio quando un figlio sente quell’ultimo respiro che il suo cuore si ferma per un attimo e, in quel preciso istante, sembra sgretolarsi, perché per quanto un figlio possa prepararsi, per tutta la vita, a dire addio ai propri genitori, quando arriva il momento non sarà mai abbastanza preparato a farlo. È un momento di passaggio che segna inevitabilmente e in modo indelebile la vita di una persona.

Cosa vuol dire perdere un genitore?

Perdere un genitore sancisce un passaggio obbligato, anche se non voluto e per la prima volta ci si trova obbligati a sentirsi gli unici responsabili di ciò che si è, del proprio comportamento, delle proprie scelte quotidiane. Improvvisamente quel binomio tra autorità e dolcezza non c’è più, non può più parlarci, non può più accarezzarci, non può più alzare la voce o guardarci con quello sguardo severo, che valeva più di mille parole…

Sono molti i pazienti che entrano nel mio studio di psicologo a Monterotondo proprio per affrontare questo dolore, alcuni lo fanno anche chiedendo il supporto di uno psicologo online. Tuttavia, ad ogni modo, la frase più comune che sento è “non riesco a superare il lutto”. Questo è il primo ostacolo che si ha di fronte. 

Accettare la scomparsa è, infatti, sicuramente il punto più importante e delicato allo stesso tempo di questo duro processo. Accettare la morte di un genitore non è semplice, ma è solo lasciandolo andare davvero che sarà possibile intraprendere un percorso di crescita e cambiamento.

Le fasi del lutto

Secondo Elisabeth Kübler, esistono cinque distinte fasi che ci accompagnano dopo la scomparsa di un nostro caro: negazione, rabbia, negoziazione, depressione e accettazione. Esserne a conoscenza e vivere ognuna di queste, magari facendosi aiutare da uno specialista, può essere un ottimo modo per superare questa dolorosa fase della vita.

I genitori costituiscono la nostra prima relazione, sono le figure affettive che ci sono sempre state, che erano presenti all’inizio della nostra esistenza e dei nostri ricordi, che per prime si sono prese cura di noi. Non abbiamo memoria ed esperienza di un tempo senza di loro, perciò la loro mancanza costituisce un vuoto che facciamo particolarmente fatica a immaginare e concepire.

Il lutto è un processo che ha bisogno del suo tempo per svolgersi, un tempo diverso da una persona. E’ un percorso emotivo in cui si alternano stordimento, rabbia, la ricerca disperata e struggente di chi abbiamo perso, la disperazione e infine il ritorno della possibilità di vivere e riprogettare, accettando che quella persona non sia più presente nella nostra quotidianità, ma mantenendo con essa il legame nel ricordo. Nel lutto, non c’è altro modo di superare il dolore, se non provarlo, viverlo e attraversarlo.

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Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE

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