Tra veleno e cura

“Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit” (“Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto”). Questa massima è molto cara a Paracelso, che di medicina ne sapeva davvero molto…

Ma perché sto esordendo con questa citazione? Perché in questo periodo dell’anno, tra le tavolate natalizie, può esserci una controindicazione, e non sto parlando di indigestioni alimentari quanto più di avvelenate d’animo…

La famiglia è il primo luogo dove impariamo a star al mondo, ad entrare in contatto con gli altri e a socializzare, a capire quanto i nostri comportamenti possono influenzare la nostra cerchia, è vero.

Ma se da una parte è una palestra dove allenare le proprie capacità di socializzazione, è anche il miglior posto dove imparare a parare i colpi, a difendersi dalle dicerie e a reclamare il rispetto e il posto che ci spetta di diritto. Alcune frasi e alcuni comportamenti, seppur espressi sempre con le migliori intenzioni, possono essere taglienti e difficilmente digeribili tra una portata e l’altra del banchetto natalizio, ma anche in un banchetto ancora più vasto: quello della vita di tutti i giorni.

Esistono infatti alcune dinamiche che si ripetono nei diversi rami familiari: tra figli e genitori, tra fratelli e sorelle, e così via. Hanno un nucleo ben preciso che si manifesta con diverse sfumature a secondo del grado di parentela, ma l’essenza rimane la stessa. E se vuoi immunizzarti, devi sapere con che tipo di veleno hai a che fare…

La famiglia prima di tutto?

Avere a che fare con persone che assumono comportamenti tossici non è mai piacevole, ma sicuramente più siamo coinvolti nella relazione con queste persone più esse ci possono far male. Infatti quando questi atteggiamenti sono assunti in famiglia è tutto molto più complicato. Non possiamo controllare i loro comportamenti purtroppo, ma possiamo cercare delle soluzioni che riescano a tutelarci.

Per prima cosa è fondamentale riconoscere che si ha il sacrosanto diritto di vivere la propria vita e che la famiglia potrà anche essere il punto di partenza di ogni individuo, ma non per questo motivo deve diventare un carcere dove scontare l’ergastolo.

Se la tua famiglia ti fagocita la vita, hai il diritto di chiedere che i tuoi spazi vengano rispettati. Se ti avvelenano la vita, hai il diritto di difenderti e preservare la tua integrità. “Una vita sociale sana si trova soltanto, quando nello specchio di ogni anima la comunità intera trova il suo riflesso, e quando nella comunità intera le virtù di ognuno vivono” diceva Rudolf Steiner.

Sapevi che in Russia le matrioske sono usate come supporto educativo?

Esse vengono usate per spiegare ai più piccoli il ruolo della famiglia in cui i grandi proteggono i più piccoli, il potere delle mamme che racchiudono dentro di loro i semi dei loro figli e nipoti, ma anche la coscienza collettiva che racchiude dentro di sé tante figure diverse che fanno tutte parte della stessa comunità e che, al di là dei buoni e dei cattivi, racchiude nel suo cuore la verità, uno dei cardini nella cultura russa. La Matrioska insegna, quindi, che ognuno di noi è fatto di molti strati: a volte sono maschere, altre volte ricordi o ferite, ma portano sempre a quel cuore che, seppure è il pezzo più piccolo, racchiude in sé tutti i significati stratificati intorno a sé nella loro versione più sublime, portandoci a scoprire, attraverso quel viaggio in cui inizialmente siamo invitati a spogliarci dai ruoli, dalle maschere e dalle credenze imposte, che è nel nostro cuore che si trova la nostra vera identità. E che quindi va tutelata. Sempre.

Quanto pesano le tue radici?

Chiediti: qual è il peso delle mie origini, delle mie radici, sulle scelte che sto facendo, sulla vita che conduco? Dove sono le nostre radici? La domanda delle origini in realtà è molto complessa perché mette il dito sulla questione dell’identità, un’identità travagliata che cerca la sua strada tra passato e futuro, tra due dimensioni che, in fine dei conti, o non esistono più o non ancora.
Le radici servono a trarre dal terreno il nutrimento necessario per l’albero: ciò di cui si nutre diventerà parte del suo essere, imprimerà in lui delle caratteristiche fondamentali. È la stessa cosa per noi: il nostro luogo di origine deciderà dei valori che diventeranno i nostri pilastri, cresceremo con una mentalità, una visione del mondo particolare, ma a volte capita che quelle idee tramandate dal passato ci impediscono di seguire un genuino impulso a “fruttificare”, a creare qualcosa di nuovo, di totalmente nostro.

Quindi se il passato non ci nutre più, ci frena, ci impedisce di crescere e ci obbliga a percorrere una strada che non corrisponde al nostro impulso vitale, non possiamo limitarci alle nostre radici, dobbiamo riuscire ad andare oltre per evolvere.

Noi non siamo solo le nostre radici, siamo più di questo: siamo i nostri sogni per il futuro, siamo i nostri ideali, le nostre passioni, le nostre prove… Siamo tutto ciò che sviluppiamo in ogni attimo del presente e che appartiene solo a noi, che ci rende diversi. Siamo anche nelle orme nuove che creiamo giorno dopo giorno e dalle quali cresceranno radici nuove.

La nostra identità non si limita solo a ciò che è stato, è prima di tutto ciò che siamo ora e ciò che aspiriamo ad essere. Se le nostre radici costituiscono la piattaforma, forte e stabile, dalla quale spiccare il volo, è la direzione che prendiamo ad ogni nostro passo che dà forma a ciò siamo.

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Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE