Prometto di esserti fedele sempre…

 

Non sono noioso di natura e quindi non vi opprimerò con dati statistici e numeri a più cifre che comunque, se avete lo spirito del contabile, potete facilmente reperire in rete digitando “matrimoni e separazioni”. Anzi, non vi metto neppure i link, tanto dopo qualche ora sarebbero superati.

Mezze mele che si rincorrono, arance tagliate a metà da spade di fuoco che si cercano, Iside e Sirio, Yin e  Yang, sogliole a filetti che inseguono l’altro filetto … dal Simposio di Platone a tutti i testi sacri, passando attraverso i vari folklori locali, la mente umana si è spremuta in ogni sorta di allegorie alla ricerca dell’unione perfetta, di quell’incastro più micidiale di ogni nuova formula di superattack.

Che poi, dico … ma questi dei non avevano proprio nient’altro da fare che dividere a metà ogni essere e sparpagliarlo per il mondo? Che razza di crudele gioco è? Non sarebbe stato meglio lasciarli attaccati com’erano all’inizio, che magari ci saremmo risparmiati un bel po’ di sbagli e tonnellate di mastice per cercare di appiccicare bordi che non ne vogliono sapere di coincidere?

Ho notato che tutte queste favolette, almeno quelle che conosco, non tengono affatto conto di un elemento essenziale, che si va a frapporre fra le due metà e che, in teoria, dovrebbe favorire il potere adesivo, fare insomma da risucchio; un po’ come quando inumidiamo con l’acqua la ventosa del gancetto sulle piastrelle della cucina per ottenere l’effetto campana di vetro.

Allora voglio dare voce a una nuova metafora, parecchio più attuale e di immediata comprensione anche per chi di miti e leggende proprio non si intende, e della quale rivendico con orgoglio l’assoluta paternità:

L’Allegoria del Biscotto Farcito

Neppure il Boss delle Torte è in grado di produrre due biscotti esattamente uguali: identico può essere l’impasto, medesimo può essere lo stampino, ma sarà il forno stesso (leggi: “vita”) a disegnarne i contorni, facendoli crescere e arrivare a cottura apparentemente uguali ma sostanzialmente diversi. Prova, se non ci credi; riempirai la tua famiglia e il vicinato di biscotti, tutti ingrasseranno, ma ti sfido a trovarne due che coincidano  fra di loro formando un tutt’uno.

Ma noi non siamo qui per parlare di biscotti, che comunque in coppia si sublimano e trovano completa soddisfazione, bensì di “biscotti farciti”.

Ora, … che cos’è un biscotto farcito?

 

 

 

 

Nient’altro che due biscotti con la crema in mezzo!

 

 

 

 

 

Ora mi spiego, e sarò estremamente serio: si tratta in buona sostanza di tre elementi distinti, tutti ottimi, che formano un tutt’uno estremamente forte e compatto.

Che cosa succede se vengono separati?

Molto dipende dal come. Se si procede con attenzione, delicatezza, si ottengono tre parti integre, se invece si applica forza, il rischio è che si danneggino o addirittura si sbriciolino.

 

Dobbiamo tuttavia valutare attentamente e procedere con cautela: i due elementi esterni (i biscotti, per intenderci) rimangono sostanzialmente compatti, pur perdendo di forza; l’elemento debole è invece la parte interna, che privata dei suoi sostegni, non si regge e perde forma. La crema infatti mantiene la sua forma in dipendenza dei biscotti, e durante il distacco tende a rimanere attaccata a una delle due parti, lasciando qualche brandello sulla superficie di quella che viene separata. Inutile tentare di dividerla esattamente in due: è troppo debole e tenera e il risultato sarebbe disastroso.

 

 

Che cosa dunque possiamo concludere? Che i due biscottini possono decidere anche di lottare per la loro  autonomia e libertà, ma se ci tengono alla crema, devono essere d’accordo nel sostenerla, insieme! Da ultimo: è pur vero che essa da sola non sta in piedi, ma altrettanto innegabile è che al contempo faccia da collante, cosi che tutto l’insieme ne ricava solidità.

 

 

 

Vi farei torto se stessi a spiegarvi il significato di questa metafora, certamente poco canonica ma estremamente efficace.

Ma ora veniamo a te, diritti e diretti, anzi a voi due, i biscotti con le gambe!

Vi siete separati; ok, avrete riflettuto bene e a lungo prima di prendere questa decisione, comunque dolorosa.

Quod vides perisse perditum ducas”, recitava Catullo: “ciò che capisci che è perso consideralo perso”.

 

 

Inutile tentare di rimettere insieme i cocci, anche se ci avete provato (vero?), e inutile pure è usare il metodo degli antichi cinesi, che saldavano con l’oro i pezzi, perché la tecnica dell’orefice  richiede troppa pazienza, che al momento nessuno dei due ha.

 

 

 

 

Ogni separazione è un trauma, sempre e comunque, pure quando è maturata nel reciproco consenso.

 

 

 

 

Non ho detto “reciproco” a caso, perché in quel biscotto farcito che eravate, i figli sono l’elemento più fragile, quello che ha comunque bisogno di voi per mantenere forma e consistenza.

Lo so, l’ha “presa bene”:

Ma sì, dai! È meglio così, pure per loro che continuavano a vederci litigare!

Oramai i ragazzini hanno fatto un’abitudine che possiamo definire “sociale” alla condizione di separazione. Quanti figli di separati ci sono nella classe di tuo figlio? Sicuramente diversi. E allora … vada per il vecchio detto “mal comune mezzo gaudio”.

  • Spesso però è solo una calma apparente. Per i figli la famiglia, come nucleo indivisibile, ha una valenza granitica: la quotidianità, la vacanza, la scuola i successi e le delusioni … tutto è spalmato fra quei due biscotti che sono mamma e papà, distinti ma indivisibili.
  • Il litigio lascia il suo innegabile segno, ma non è in esso che matura il trauma;  è lo strappo che lacera, i silenzi, i vuoti lasciati dalle valigie nel corridoio, il dover prendere il telefono per dire “papà, sono stato promosso!”. È qui che la struttura si scolla.

È forte, come lo sono tutti i bambini. Capirà, con il tempo, e supererà

  • Certo che supererà! ma è pur sempre un bambino, un adolescente, o un ragazzo, non sopravvalutate le sue innate capacità di reazione!
  • Certo che è forte! Se non lo fosse non sarebbe in grado di affrontare la vita. Però non fate troppo affidamento su questa forza innata, perché non è ancora in grado di calibrarla e servirsene nel modo giusto. E poi, siete sicuri di saper gestire correttamente la vostra? Siete sicuri di riuscire a mantenere un atteggiamento maturo e consapevole, di non far prevalere le “vostre” esigenze, anche di vendetta e ripicche?

La legge che governa il “biscotto farcito” è che la crema sia sempre e comunque sostenuta!

E allora voglio darvi il più banale dei consigli, quello che non avrebbe necessità di essere pronunciato ma anche il più disatteso: pensate a loro prima che a voi stessi.

Ciò non significa “restate assieme comunque”, perché neppure questa è una soluzione, ma cercate di non far loro mancare la “struttura”. Sono piccole cose, piccolissimi accorgimenti, che poi sono la quotidianità stessa:

  • occupatevi entrambi della scuola, degli amici, dei successi sportivi e delle delusioni;
  • se avete dei disaccordi su come organizzare la loro vita (la scelta di un liceo, un nuovo fidanzatino, le vacanze …), prima mettetevi d’accordo tra di voi, magari arrivando al compromesso di cedere una volta per uno;
  • mantenete degli spazi insieme: una gita domenicale, una sera in pizzeria, il saggio di danza …
  • non sbattete loro in faccia la felicità della vostra riconquistata libertà; non sono in grado di concepirla;
  • date loro tempo, e prendetevelo;
  • fate in modo che tutti e tre gli ingredienti del biscotto farcito rimangano integri e squisiti.

Può essere molto difficile mettere in atto la situazione ideale perché pure voi siete a rischio  “sbriciolamento” e due biscotti sbriciolati o anche solo rotti non sono in grado di sostenere un bel niente!

Quindi … anche se non sono “Mastro pasticcere” sono comunque in grado di aiutarvi a mantenere assieme i pezzi in modo che la preziosa farcia non crolli.

È una situazione molto delicata e non è detto che siate entrambi d’accordo nel cercare un sostegno: incomincia con il chiamami su skype … magari ti sentirai più libero di affrontare l’argomento. Puoi anche scrivermi un’ e-mail, se preferisci.

 

 

Quand’ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli.
(Woody Allen)

Buon vento,  carissimi, e perdonatemi la metafora!

CONSIGLI DI LETTURA:

Nardone G. (2012)
Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo di vita
Watzlawick P. (2008)
Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi
Watzlawick P. (1974)
Change: la formazione e la soluzione dei problemi

 

 

Una risposta

  1. Grandioso ed efficace! Grazie di averlo condiviso e di dare ai tuoi lettori ed interlocutori sempre elementi su cui riflettere! Un abbraccio