Prendiamoci a zoccolate

Ricordi? A scuola la maestra faceva una domanda; tu la risposta la sapevi, perché avevi studiato, eri diligente per la miseria, ma ti assaliva il dubbio … “e se fosse sbagliato?”. Così tacevi, e la mano l’alzava qualcun altro.

E poi quella ragazza che ti piaceva tanto! Eri più grande, alle medie, e sui suoi passi si spalmavano le bave cariche di ormoni di tutta la porzione maschile della scuola. Perché rischiare di essere respinto e magari deriso? Ti sei girato dall’altra parte e lei se n’è andata per mano con il tuo amico.

Oppure quel bulletto dietro a cui tutte le tue amiche morivano. A dodici – tredici anni eravate tutte più o meno con gli stessi problemi: brufoletti, cambiamenti del corpo, capelli da sistemare … . Tu ti guardavi allo specchio e non ti piacevi; come saresti potuta piacere a lui? E così, invece di fare qualcosa per risolvere il conflitto con te stessa, peggioravi il tuo aspetto, in modo da scongiurare persino l’eventualità che il bel tenebroso potesse notarti per sbaglio.