Meglio non amare

La parola “amare” l’hai letta come un verbo o un aggettivo? In realtà, qualsiasi sia stata la chiave di lettura, i due significati sono strettamente correlati. 

Scriveva Goethe: “Spesso sentiamo che ci manca qualche cosa, e proprio quel che ci manca ci sembra di trovarlo in un’altra persona alla quale attribuiamo tutto ciò che noi pure abbiamo. Così immaginiamo l’uomo felice, ma esso è una creatura della nostra fantasia”.

Ce ne accorgiamo sempre dopo, come quando la pelle viene a contatto con troppo calore, nel frangente in cui si percepisce il dolore, la pelle è già danneggiata, e non ci resta che giudicarci amaramente per la nostra poca accortezza.

Negli amori amari anche le persone che appartengono al contesto circostante sfoderano spesso giudizi pungenti, come ad esempio: “Ma come fai a sopportare certe cose?”, “Ma non ti rendi conto?”. 

Come diceva Friedrich Nietzsche, “c’è sempre una certa follia nell’amore. Ma c’è anche sempre qualche ragione nella follia”.

Infatti un comportamento che con gli occhi della normalità non riusciamo a comprendere, può avere un significato che nemmeno chi lo mette in essere conosce. Forse in quell’amore la persona che si ama  diventa la propria ragione di vita perché soltanto nella misura in ci si sente amati da lui/lei, sarà possibile sentire di essere amabili e di valere qualcosa.

Forse si ha troppa paura di nuotare e quella è la sola ancora di salvezza. Forse è meglio bere un po’ d’amarezza, causata da questi sacrifici d’amore, piuttosto che rischiare di affogare e bere litri e litri di acqua salata, cercando di nuotare, esplorando il nostro mare interiore.

Queste sono le storie amare,  quelle che portano a dire: “Meglio non amare”.

Le storie amare, seppur concluse, lasciano ancora quel retrogusto di lacrime e rabbia, un retrogusto amaro, che avvelena ancora il nostro presente. Sono ferite profonde, che rendono più vulnerabili. 


Dopo di esse nulla è più come prima. Sembra che l’incantesimo dell’amore si sia spezzato. Resta solo un’enorme fatica ad iniziare una relazione d’amore sana.

Sorgerà la paura di affezionarsi di nuovo. Si vedranno sempre difetti nell’altro. Si terrà alta la difesa, mettendo sempre delle distanze con gli altri, precludendosi l’opportunità di avere una relazione autentica. Si, perché si avrà paura di avere una storia d’amore autentica. Ma nello stesso tempo la si desidererà.

Meccanismi di difesa più che naturali dopo quel che si è vissuto. Gli amori amari sono caratterizzati dall’ossessiva idealizzazione dell’altro. Pur di avere l’oggetto del proprio amore si passa sopra a tutto:  tradimenti, freddezze, comportamenti egoistici e anaffettivi o, peggio ancora, eclatanti mancanze di rispetto.

Solo al pensiero di poter rivivere qualcosa del genere il pensiero è solo uno: “Meglio non amare”.

Ma stavolta come lo hai letto? Come un verbo o come un aggettivo? A te la scelta.

Cosa non ha funzionato? Cosa ha reso amara la storia precedente? Forse le dosi erano sbagliate. Come nelle ricette. Metti meno zucchero così crei un compromesso per mangiare un dolce mantenendo il peso forma e invece crei solo un pasticcio immangiabile e disgustoso. 

Ogni ricetta è una composizione chimica. L’amore pure. Serve equilibrio, serve bilanciamento.

Hai mai provato a conoscere realmente quelli che sono i tuoi valori e i tuoi scopi di vita? Scoprire che tu sei la persona giusta ti consentirà di stringere legami solo con persone altrettanto giuste. 

Sembra un gioco di parole ma ciò che sto tentando di dirti è molto semplice: riuscirai a trovare la persona giusta solo quando capirai che la persona giusta per te stessa sei tu, per prima!

Quale sapore vuoi gustare in una storia? Io ti do un consiglio: meglio non amare, sempre.

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 Buon vento  😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE