Mamma mia

Il rapporto madre-figlio. Sono secoli che la psicologia ne parla. Si studia cos’è bene per i figli, ma si tralascia sempre il dolore di una mamma. Non si ricorda mai il carico emotivo che si cela dietro al suo ruolo: esse, infatti, devono proteggere, favorendo, però, nello stesso tempo l’autonomia. Un compito non facile e, in un certo senso, contraddittorio.

Infatti, sono davvero tante le mamme, che quando si rivolgono a me, nel mio studio di Monterotondo oppure online, mi confessano le loro paure, la loro tristezza e un velo di rabbia nel dover rivestire questo compito così arduo.

Un compito arduo, ma, aggiungo io, al tempo stesso bellissimo, perché non permette soltanto di forgiare un figlio libero, autonomo e consapevole, ma permette anche alla mamma stessa di compiere lo stesso percorso evolutivo.

Nasce, cresce, evolve: il compito di una mamma

Alle mamme viene recriminato spesso di essere iperprotettive verso i propri pargoletti, infatti spesso danno molto peso ai piccoli incidenti che accadono durante il percorso della loro vita. Sin da quando i loro figli sono piccoli sono sempre preoccupate per il loro bisogni: avrà caldo? Avrà freddo? Avrà sete? Avrà fame? Si farà male? Si prenderà il raffreddore?… Una preoccupazione materna, più che lecita, ma che spesso, se eccessiva, può togliere l’opportunità che il proprio figlio se la cavi da solo, in modo da imparare, per poter poi affrontarle nuovamente, con la saggezza che deriva proprio dall’esperienza.

Proprio perché cercare un equilibrio tra preoccupazione ed autonomia risulta difficile, alcune mamme vivono questa esperienza male. Vivono male il fatto che una volta quel piccolo essere è stato ospitato dentro di loro fisicamente e mentalmente, in quel luogo magico, dov’è iniziata la vita. Dove ha assaporato comodamente e al sicuro tutte le meraviglie del mondo. Ed ora invece è dono del mondo, un mondo spesso pericoloso ed insicuro, dove loro non sempre possono proteggerlo. 

Soprattutto, a rendere più difficile le cose, ci sono incomprensioni, litigi e discussioni, che possono rendere ancora più complicato questo legame affettivo. Situazioni che nascono perché, allo stesso tempo, anche il figlio prova questa sensazione ambigua di autonomia mista a bisogno di sicurezza… Sembra tutto un caos, ma, in realtà ciò accade semplicemente perché si diventa grandi. Ed è proprio in questo contesto che serve rinforzare il concetto di fiducia reciproca. 

Una lettera per ogni mamma

In rete gira una lettera, che rende bene l’idea di fiducia reciproca. Fiducia utile per imparare a lasciare liberi i figli di fare le loro esperienze, per riuscire a diventare adulti in grado di comprendere il pericolo, di rispettare le proprie idee e di perseguirle, di diventare uomini o donne forti e capaci di scegliere, ma soprattutto per diventare madri capaci di essere per loro un modello di sicurezza e di libertà.

Mamma, lasciami crescere come cresce un bambino, se non imparo dalle esperienze non saprò affrontare al meglio la vita. Mamma, lasciami correre e poi sbucciare un ginocchio, dopo aver pianto imparerò che cadere vuol dire farsi male, imparerò a stare attento, imparerò dal pericolo ad essere prudente.

Mamma, lasciami imbrattare di colore la scrivania, lascia che le mie mani si sporchino di tempera, di colla e adesivo, imparerò coi colori a dipingere il mio mondo.

Mamma, lasciami sporcare la faccia di sugo, lascia che con le mani io scopra il cibo, lascia che io scopra i sapori, lasciami provare, non mi imboccare! Se tu insisti io mi arrendo e cercherò te ogni volta che non avrò voglia di mangiare da solo.

Mamma, lasciami piangere ogni tanto, non correre da me appena accenno un lamento, prova ad aspettare, io devo imparare a cavarmela da solo! Cosa farò quanto dovrò affrontare le difficoltà e tu non sarai al mio fianco?

Mamma, lascia le tue faccende ogni tanto, sporcati la faccia di marmellata come me, imbratta le tue mani di tempera, costruiamo insieme grandi castelli, enormi vascelli, piramidi di Lego, se ti siedi vicino a me io ti sento più vicina.

Mamma, non fare quella faccia quando ho la febbre, io mi devo ammalare, i batteri e i virus mi devono fortificare, smettila di andare nel panico, vivrò nella paura se tu hai sempre troppa paura per me.

Mamma, se mi lasci dalla nonna non è la fine del mondo, anche loro hanno bisogno di me ed io ho bisogno di loro! Vai pure fuori e mangiati una pizza, non morirò di fame e non impazzirò dalla solitudine, imparerò dalla lontananza a non dipendere sempre da te.

Mamma, se vado piano tu non correre, non sono una macchina e ho bisogno di tempo per imparare. A te sempre facile ciò che per me è incomprensibile, ricordi quando eri bambina? E’ successo anche a te di non capire le cose semplici.

Mamma, fidati di me, io sono piccolo ma sto imparando a vivere! Lasciami la mano qualche volta, fammi correre, fammi nascondere, fammi giocare, se mi imbottisci con quel maglione io quasi non posso respirare!

Vivi mamma e lascia che io viva, lasciami vivere a modo mio, rispetta i miei tempi, i miei spazi e i miei sogni!

Mamma, non lo so se sarò ingegnere e non lo so se sarò uno chef, dammi la libertà di scegliere, di sbagliare, di capire a mio modo ciò che voglio diventare. Mamma, non scordarti del bacio della buona notte e nemmeno dell’imbocca al lupo quando vado a scuola, un giorno rimpiangerai ciò che sbadatamente non sei riuscita a darmi ed io per sempre rimpiangerò ciò che davvero mi serviva da te. Io ti adoro e tu mi ami, ma se ti fidi di me io mi fiderò del mondo”.

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Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE