Effetto Sorpresa!

COSA CI SARÀ NELL’UOVO?

Effetto Sorpresa!

Occhi spalancati, bocca pure … è la mimica dell’uovo di Pasqua, della sorpresa, quella che acquisiamo sin da piccolissimi e che non ci molla neppure in punto di morte.

La sorpresa è stimolante per il cervello e piace. È gratificante.

Parafrasando una famosa frase di Oscar Wilde, che la riferì in realtà alla sigaretta, “essa è un piacere perfetto, in quanto dura poco e lascia perfettamente insoddisfatti”.

Ecco il masochistico e sottile gioco dell’uovo di Pasqua: l’insoddisfazione.

Lo si scuote per cercare di carpirne il segreto dal suono, lo si rigira da ogni lato, come se le pareti di cioccolato fossero trasparenti, consci che probabilmente dentro c’è la solita fregatura, ma non importa dal momento che l’identità della fregatura è una sorpresa.

Fra i vari fattori che entrano in gioco c’è pure la sindrome della “fila sbagliata”. Hai presente quella sensazione che ti assale quando sei costretto a una lunga attesa? Ecco, la fila accanto è sempre quella più scorrevole, e se per caso riesci a intrufolartici di straforo rischiando il linciaggio, i ruoli si scambiano e diventa più veloce quella in cui ti trovavi prima del passaggio.

Con l’uovo di Pasqua è la stessa cosa: per sceglierlo ci metti mezz’ora buona, tra decine di uova di cioccolato tutte uguali. Cerchi di basarti sull’accuratezza dell’incarto, ti lasci trascinare dal fascino di quello che sta sotto a tutta la pila, guardi male gli altri avventori che sicuramente, per qualche preferenza sconosciuta del destino, hanno di sicuro arraffato quello giusto, quello destinato a te. Addirittura di più: non è che fra tante fregature ce n’è uno giusto e l’ha preso qualcun altro! No, tutti contengono sorprese meravigliose tranne quello che hai preso tu!

Infine cedi, e ti avvii alla cassa nella certezza di aver sbagliato uovo, e che quindi sarà un fallimento.

Se l’uovo di Pasqua fosse trasparente probabilmente non lo compreresti e non lo regaleresti, optando piuttosto per una tavoletta di cioccolato e un grazioso oggetto per accompagnarlo.

L’effetto sorpresa/delusione, che in realtà coinvolge gli ambiti più disparati, dal finale di un film o di un libro al pacco regalo, nell’uovo di Pasqua si arricchisce di un ulteriore fattore, quello consolatorio. Sì, perché per quanto la sorpresa faccia biip_are, resta comunque il cioccolato ad addolcire il muso lungo.

Attesa – incognita – sorpresa – delusione – consolazione. Beh, a buona ragione potremmo affermare che l’uovo di Pasqua è la metafora della vita, e se vogliamo spingerci un po’ più in là, possiamo anche ricavarne un valido insegnamento:

non aspettarsi troppo – cogliere il piacere della consolazione – ricavarne comunque soddisfazione.

Ed è proprio in ragione di questo legame con la vita che la forma scelta è quella dell’uovo.

Insomma, la storia è vecchia e irrisolta: è nato prima l’uovo o la gallina?

A esso è legato tutto un simbolismo di antichissime radici e diffusione pressoché uniforme nel mondo e nelle sue diverse culture.

All’uovo è associato il Femminile, attraverso la creazione della vita. Fertilità dunque, e per derivazione logica, rinascita, ovvero la resurrezione nel cristianesimo.

Chi di noi non si è chiesto che cosa ci facesse un uovo appeso sopra alla testa della Madonna nella Pala di Brera di Piero della Francesca?

L’uovo inoltre è perfezione estetica. La sua forma, pura e lineare, affascina e resta avvolta nell’incognito.

L’uovo è un mistero che racchiude e protegge un microcosmo.

In quelle uova di Pasqua incartate in colori sgargianti e accattivanti, cariche di fascino misterioso, trovano sintesi il sacro e il profano, la spiritualità e il meccanismo più banalmente commerciale dei nostri giorni.

Noi ormai siamo grandi, e in ragione di questa consapevolezza destiniamo l’acquisto ai nostri bambini, quasi vergognandoci di desiderare anche noi la sorpresa.

Tuttavia, se potessi racchiudere le tue speranze dentro un uovo, come vorresti che fosse, e soprattutto cosa desidereresti trovarci o metterci?

Come lo romperesti? Con forza, frantumandolo, o con attenzione per non danneggiarlo troppo?

Daresti valore anche al sapore della cioccolata o saresti concentrato sulla delusione di trovarci un orribile porta chiavi?

Siamo ancora capaci di stupirci e di gioire per il solo gusto dell’attesa?

La sorpresa ha un valore intrinseco, che non dobbiamo svilire in ragione della sua entità economica; essa è e resta comunque un “di più”, un qualcosa di non messo in conto, e quindi di per sé apprezzabile, per quanto brutta possa essere. Il suo valore può essere anche nella risata che strappa quando ne scopri l’inutilità, perché no!

Immagina però di essere il pasticcere, e di voler stupire qualcuno con una sorpresa particolare. Può essere una persona che ami infinitamente, oppure anche qualcuno che ti sta sui cosiddetti.

Come sarebbe il tuo uovo? Cosa vorresti metterci dentro?

La fantasia deve essere illimitata, altrimenti che fantasia sarebbe!

Come unico vincolo c’è che deve essere assolutamente superflua! È una caratteristica importantissima al fine del suo valore.

Quindi niente stravolgimenti di vita, quali un contratto di lavoro, piuttosto che il successo o la salute. Queste sono cose che non si regalano e tantomeno attraverso un immaginario uovo di Pasqua, non solo perché non è possibile ma soprattutto perché non sarebbe giusto né gratificante per chi le riceve.

Riassumendo quindi:

  • Saper godere dell’effetto sorpresa è indice di freschezza mentale
  • l’insoddisfazione del contenuto viene annullata dalla bontà del contenitore
  • l’incognita è stimolante
  • il fatto di essere superflua rende la sorpresa comunque di apprezzabile

 

Anche dalle piccole cose, quelle che ormai fanno routine, si possono ricavare validi insegnamenti di vita e nuovi stimoli di miglioramento e crescita, per tutto l resto c’è … no, non la carta di credito ma un buon psicoterapeuta, ancor meglio se ottimo e si chiama Federico Piccirilli!

Comunque ricorda che se la sorpresa fa schifo, la cioccolata regala attimi di autentico nirvana.

Buon vento e buona Pasqua!

Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa è per cosi dire morto; i suoi occhi sono spenti.

(Albert Einstein)

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM), Fonte Nuova (RM) e Online

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