Con le scarpe tutte rotte

“La befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte…”. Nell’immaginario collettivo la befana è una vecchietta gobba, brutta con un nasone dove spesso si può vedere un vistoso neo peloso… Una vecchietta spesso scambiata per una strega, che svolazza su una scopa. Arriva la notte tra il 5 e il 6 Gennaio e porta doni ai bambini che durante l’anno sono stati bravi e il carbone a quelli che sono stati monelli…. (anche se il carbone di zucchero che si trova ai nostri giorni nelle calze appese al camino non è proprio così malvagio!!).

Ma perché vi sto parlando della Befana? 

Perché l’etimologia della parola epifania rimanda alla parola “manifestazione” o “rivelazione”. Il significato, di cui questa festività si fa portavoce, è importante: non basta sapere o credere nel miracolo della Natività, occorre che la “buona notizia” si materializzi, che discenda dal mondo dell’Iperuranio al mondo sensibile, occorre che il divino si vesta d’umanità e possa essere visto.

Ma soprattutto significa che  il miracolo della vita è qui e che, proprio per questo, merita i doni più preziosi. 

E tu? Pensi che il miracolo della vita meriti doni preziosi? Le persone che si rivolgono a me presso il mio studio di Monterotondo o online spesso hanno dimenticato ciò ed è per questo che cercano un supporto…

Anche tu puoi avere le scarpe rotte dopo il tuo viaggio

Ma dove e come si scopre il miracolo della vita? E come si possono ricevere i suoi doni? La vita è un viaggio, in cui ognuno di noi ha la “possibilità” di accrescere la propria consapevolezza. E’ un viaggio da percorrere, nel quale, proprio come la Befana bisogna “rompersi le scarpe”. La possibilità di sperimentarsi e fare esperienza di un sempre più ampio prendere coscienza, di sé e di come funziona il mondo intorno a sé è l’unica via da percorrere per poter godere dei doni del miracolo della vita.

Questa “possibilità” però non è affatto scontata: dipende molto dal proprio atteggiamento interno di attenzione e disponibilità a farlo e dalle occasioni lungo il proprio cammino. A volte è una sensazione di disagio, nemmeno troppo chiara, ma senti che qualcosa non va più come prima: come se il vestito che hai portato ogni giorno, improvvisamente non ti stia più bene, tira da una parte, stringe dall’altra, o improvvisamente è troppo largo.

A volte arriva qualcosa che rompe lo schema: un divorzio, la perdita del lavoro, e improvvisamente ti trovi seduta per terra fra i cocci virtuali, della vita che fino ad ora hai portato avanti. È così che inizia il Viaggio dell’Eroe o dell’Eroina. Il nostro Re o la nostra Regina interiore chiama e il nostro Eroe o la nostra Eroina interiore rispondono, che lo vogliano o no, devono partire per il Viaggio. E in realtà, anche se non lo sa, questo è il Momento giusto. Il nostro Re lo sa quando siamo pronti. 

Siamo su questa terra per assolvere ad un compito, la missione in linea con la nostra anima, e ad un certo punto, il bisogno di rispettare questo compito diventa impellente“. Così racconta Mariarosa Ventura, una scrittrice di fiabe, quando parla di cos’è per lei un viaggio interiore.

Come rompersi le scarpe: dalla partenza al ritorno

Come dice Mariarosa Ventura l’inizio di ogni viaggio interiore, proprio come ogni favola che si rispetti, parte da qualcosa di ordinario, statico, routinario e confortevole. Il mondo intorno a noi sembra andare avanti per inerzia, si vive in una sorta di routine, che comincia a starci stretti, a non rispondere più a ciò che siamo. Ma al tempo stesso noi stessi sembriamo non sapere più con precisione né chi siamo nè cosa vogliamo nella vita. Lo sguardo comincia a posarsi sull’orizzonte, si sogna un’altra vita.

Si sente in modo impellente il bisogno di muoversi dal mondo ordinario, che non fa più per noi. A volte può capitare che questa chiamata inizi con alcuni eventi dolorosi: separazione, incidenti, lutto, è anche il momento della notte oscura dell’anima. Se rifiutiamo la chiamata, si ripresenterà con più forza di seguito. E, spesso, proprio in questa fase, qualcosa o qualcuno viene in nostro aiuto: può essere una persona che ci guida, una tecnica che impariamo, una conoscenza particolare, un talento che si sviluppa, la scoperta della nostra “arma magica”: il nostro dono personale. Questa fase rispecchia un momento di sviluppo, di crescita attraverso l’apprendimento costante, la disciplina, l’allenamento. Ed inizia l’esplorazione in questo mondo “nuovo”, in cui testiamo le conoscenze ed abilità acquisite. 

Tutte le sfide che avvengono in questa fase servono ad imparare le regole del nuovo ambiente, rivelando il nostro nuovo modo di essere e ciò che conta davvero per noi, ciò di cui siamo capaci. È una fase di aggiustamento, di perfezionamento, grazie anche all’assistenza e il conforto degli alleati, che ci circondano. E’ in questo momento che qualcosa di noi muore per sempre.

Moriamo per poter rinascere. E proprio questa morte metaforica ci darà una nuova consapevolezza, un maggiore rispetto di sé. La ricompensa può rappresentare un riconoscimento, un premio, la riuscita di un’impresa, la realizzazione di sé. È un momento di epifania, di grande gioia. Sappiamo chi siamo e qual è il nostro dono. La nostra nuova vita è cominciata. E tu, ora che conosci le diverse tappe del viaggio dell’eroe o dell’eroina, a che punto sei nella tua vita?

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Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE