Nè Vanto nè Vergogna solo Amore

Tempo di vacanze,

tempo di sveglie silenziate,

tempo di “i compiti li inizio domani”,

tempo di giga bruciati a quintalate,

tempo di short e infradito,

tempo di pomeriggi in piscina per chi resta, di spiaggia per chi parte,

tempo di “ma ti sembra l’ora di tornare?”

tempo di esami, per chi li ha,

tempo di “mamma, posso andare in vacanza con …?”

tempo di pelle scottata e occhiali da sole dimenticati,

… tempo di …

AMORI

grandi, piccoli e medi AMORI

AMORI nuovi.

 

Non è il motivo di un tormentone musicale estivo ma potrebbe tranquillamente esserlo.

Con la chiusura delle scuole, gli ormoni già naturalmente pasciuti e scoppiettanti dei nostri giovani si scatenano in una sorta di danza tribale sfrenata della durata di almeno di un paio di mesi; e noi cosa facciamo? Impotenti restiamo a guardare, preoccupandoci, brontolando, elargendo raccomandazioni da secoli inevase.

Chi di noi non ci è passato alzi la mano, o lasci una testimonianza in un commento.

 

C’era sempre il bagnino carino, la ragazza con il fondoschiena da urlo, il figlio del vicino di ombrellone che durante l’inverno ha sviluppato una tartaruga da far invidia a una squadra di atletica, la nipote dell’amica di nonna, al paese, che da occhialuta brufolosa si è trasformata in una top model. Insomma la musica non cambia da secoli.

Per un adolescente l’estate è una sorta di banchetto di Bengodi la cui unica parola d’ordine è “servirsi senza moderazione”.

Tre sono gli aspetti che influenzano la nostra reazione a tale legge di natura:

  • l’esperienza, dal momento che ben sappiamo come funziona;
  • la mancanza di fiducia, dettata dal medesimo motivo;
  • il substrato culturale.

 

Concentriamoci sull’ultimo, il più oscuro e delicato.

Nel momento stesso in cui ci tocca mollare le redini o addirittura togliere l’imbragatura ai nostri ragazzi, diventiamo piccoli piccoli, fragili e preda dei più arcaici retaggi.

La prima vacanza da sola, con le amiche.

La prima vacanza da solo, con gli amici.

Perché ho distinto?

Perché le reazioni non sono le medesime, dobbiamo ammetterlo.

Tralasciando la valanga di preoccupazioni, anche e molto spesso esasperate, che ci fanno vaticinare ogni sorta di catastrofe naturale e sociale che andrà a concentrarsi proprio in quella settimana, focalizziamo l’attenzione sul discorso “sesso”.

No, l’approccio che abbiamo nei confronti dell’avventura estiva dei nostri figli non è affatto equilibrato. Decenni di lotte per la parità sessuale si frantumano miseramente contro lo scoglio di visioni e preconcetti antichi e saldamente radicati.

Inutile negarlo: mamme e papà gongolano di orgoglio nell’enunciare le imprese galanti del loro pupo, che colleziona ragazze come fossero Barbie. Una ogni sera! Una in ogni spiaggia, una per festa. Tipico rappresentante dell’Italia dei Vitelloni, quello che ricalca alla perfezione i film di cassetta, il maschio italico stragista di cuori e non solo, “bello di mammà e papà!”, sempre da perdonare, sempre da capire, sempre da difendere.

Poi però c’è lei, la figlia femmina, anch’essa corredata della sua buona razione di ormoni a palla, libera, autonoma, emancipata; con una piccola differenza, il fatto che nessuno la chiamerà semplicemente “rubacuori” e le sue imprese non verranno sventolate in famiglia fra risolini e bonari rimproveri.

Questi siamo noi, gli adulti. Ma loro, i ragazzi, come la vivono?

Non sono poi così emancipati come ci crediamo, o meglio, sicuramente le loro idee sono assai più equilibrate e democratiche se presi singolarmente, ma siccome sono comunque figli nostri, della società che offriamo loro, e vittime dei nostri pregiudizi, finiscono per assorbire i nostri lati peggiori quando sono in gruppo. E questo gruppo, condito di arcaici retaggi, spesso finisce per trasformarsi in branco.

Qual è dunque l’atteggiamento giusto?

Cambiare pelle, radicalmente e senza rimpianti, spogliarci di ogni visione antica, superata, e trasmettere loro il linguaggio dei valori autentici, che non sono i fantasmi moralistici che aleggiano da secoli, bensì Amore e Rispetto.

Due termini che meritano la dignità della maiuscola perché devono essere il motivo trainante della nostra vita. Il primo in particolare, l’Amore, sarà estremamente mutevole durante lo scorrere degli anni, talvolta addirittura irriconoscibile, ossessivo e prepotente invece nell’adolescenza e nella giovinezza. Se però verrà unito al secondo termine, il Rispetto, non sarà mai un pericolo né si trasformerà in incubo.

Insegniamo loro che nessun Amore è tempo perso o sprecato, quando unito al Rispetto, e che nessun Amore deve essere motivo né di sfoggio né di vergogna.

Gli amori estivi seguono strade speciali, a volte senza uscita altre che proseguono oltre la curva; tutti però lasciano piacevoli ricordi e costituiscono importanti tessere nel puzzle della vita.

A te, genitore, dico: rispetta la sua giovinezza e lascia che ami.

A te, ragazzo, non dico nulla perché non mi ascolteresti. Ed è giusto che sia così

Donne e giovinetti amanti,

viva Bacco e viva Amore!

Ciascun suoni, balli e canti!

Arda di dolcezza il core!

Non fatica, non dolore!

Ciò c’ha a esser, convien sia.

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.

(Lorenzo il Magnifico)

Buon vento!

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapia Breve

Terapia a Seduta Singola

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