I segreti di uno Psicologo

Segreto, dal latino: secretum da secernere mettere da parte. L’ampiezza di questa parola è vertiginosa. Può essere segreta una ricetta, tramandata gelosamente di generazione in generazione, può essere segreto un vino o un liquore che si offre soltanto agli amici con cui abbiamo vissuto le esperienze più grandi della vita. Segrete sono le fondamenta delle torri di bugie e finzioni che abbiamo tirato su con tanta cura, da essere ormai quasi vere, segreti sono gli arcani, che solo alcuni possono intendere.

Quante volte rivelando il mio mestiere mi son sentito dire: “Wow uno psicologo, che mestiere affascinante”, ovviamente il tutto correlato anche da vari luoghi comuni come “Se vengo in terapia io cambi mestiere”, “Io invece credo nell’oroscopo”, “Dai allora dimmi a cosa sto pensando” o il celeberrimo “Sai, anch’io sono un po’ psicologo”.

Ma la cosa che forse nessuno ha mai avuto il coraggio di chiedermi è stata: 

“Ma quali sono i segreti di uno psicologo?”

Un po’ come la prima regola del Fight Club, una delle prime regole dello psicologo è proprio quella del segreto professionale. 

Una delle preoccupazioni delle persone, che non si sono mai rivolte ad uno psicologo, è che questi racconti a qualcun altro le cose emerse durante le sedute di consulenza psicologica, ma l’articolo 11 del Codice Deontologico degli Psicologi si esprime chiaramente a riguardo:


Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate”.

Nonostante in questa epoca in cui la maggior parte delle persone esibisce la sua vita privata su internet, forse non c’è nulla di più desiderabile di questo: il segreto. D’altronde, come diceva Mark Twain: “Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno” e spesso la terapia è proprio quell’angolino notturno di cielo stellato in cui alcune persone si calano per mostrare i loro lati nascosti.
Quindi tutelare il segreto di un paziente non è solo un dovere dello psicologo, ma anche un diritto del paziente, che lo psicologo rispettosamente riconosce. 

Dopo aver svelato questo primo segreto, ne svelerò uno un po’ più deludente, che si riallaccia con quello precedente.

Gli psicologi non leggono nella mente.
Proprio per questo è bene non omettere né tenere per sè nessuna informazione. Vi converrà sfruttare lo spazio e la fiducia a vostro favore, perché è per questo che vi siete rivolti ad uno specialista. Forse all’inizio sarà complicato, ma se direte mezze verità o non racconterete tutta la storia, l’aiuto che potrà fornirvi lo psicologo sarà parziale o totalmente inefficace.      

Terzo segreto: lo psicologo non conosce dei “trucchetti psicologi”, che però non vuole rivelare per fare bussiness.

Lo stesso articolo 21 del Codice Deontologico recita:
L’insegnamento dell’uso di strumenti e tecniche conoscitive e di intervento riservati alla professione di psicologo a persone estranee alla professione stessa costituisce violazione deontologica grave. Costituisce aggravante avallare con la propria opera professionale attività ingannevoli o abusive concorrendo all’attribuzione di qualifiche, attestati o inducendo a ritenersi autorizzati all’esercizio di attività caratteristiche dello psicologo”. 

Ciò non vuole formare né una corporazione né una setta di adepti legati da segreti irrivelabili, ma è una garanzia per il bene della persona e per la tutela della salute pubblica. Infatti tutela l’esercizio della professione da persone non competenti e non addette ai lavori, che rischierebbero seriamente di appropriarsi indebitamente dei vostri soldi senza essere in possesso delle adeguate competenze. Dato che l’efficacia di un intervento psicologico non è riducibile al solo impiego di tecniche particolari. Ciò che è determinante nella cura, oltre alle tecniche, è la relazione che si instaura tra psicologo e paziente e, dunque, le modalità  relazionali e comunicative del professionista, l’ascolto, l’empatia e l’accoglienza in un setting predisposto per un intervento di cura e personalizzato in base alle caratteristiche ed esigenze della persona.

Quarto ed ultimo segreto: lo psicologo, anche quando ha il mutuo da pagare, non approfitta mai economicamente del paziente. 
Sempre il Codice Deontologico, come il saggio grillo parlante, ricorda, nell’articolo 27:
Lo psicologo valuta ed eventualmente propone l’interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa”.
Ovviamente il tariffario è calibrato come quello di qualunque altro tipo di professionista (ortopedico, cardiologo, architetto,… ): la prestazione erogata è frutto da un lato di una lunga formazione, in costante aggiornamento, e dall’altro dal suo impegno professionale sia durante che fuori dalla seduta psicologica, ma tale prestazione sarà sempre valutata e ponderata in relazione alle necessità della persona.

C’è un grande filo rosso che conduce l’operato di ogni psicologo, un giuramento silente, un tacito consenso al quale ognuno di noi psicologi ogni giorno presta fede: il benessere del paziente.

Forse questo è il più grande dei segreti che ogni psicologo non ha mai rivelato a nessuno.

Se hai curiosità o domande chiedi pure e se ti interessa rimanere aggiornato settimanalmente, su temi relativi al benessere ed alla psicologia, puoi Iscriverti alla Newsletter sul sito www.federicopiccirilli.it

Se hai voglia puoi lasciare anche il tuo passaggio e il tuo feedback sulla Pagina Facebook Dott. Federico Piccirilli.

Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE