(E)venti favorevoli

Una delle citazioni, che più amo in assoluto, è di Seneca e recita: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Purtroppo dalla finestra del mio studio di Monterotondo il mare non è visibile nemmeno all’orizzonte, ma questa frase me lo fa intravedere almeno con i sensi.

In genere quando penso a queste parole, non mi piace soffermarmi sull’intera frase, ma sulla prima parte: “vento favorevole”.

Quante volte davanti ad una scelta importante ci chiediamo qual è il momento giusto? Quante volte studiamo i venti del destino, attendendo tempo di Bonaccia? Forse troppe.

Vi siete mai chiesti quando è stato il momento giusto per diventare genitori? O l’attimo perfetto per prendere un cane? Quando avete capito che era il momento esatto per intraprendere un nuovo lavoro? Quando avete capito che era il tempo adatto per andare a vivere da solo o con qualcuno?

E quante scelte avete rimandato nella vostra vita dicendo: “Ora non è il momento giusto per farlo”?

 

D’altronde se aspetti il momento giusto, inteso come il momento in cui tutto sarà perfetto, il momento in cui non ci saranno difficoltà, il momento in cui avrai la certezza che tutto andrà bene, allora devi sapere che il momento giusto non esiste. 

Ovviamente non voglio rendere le cose più difficili di quello che già sono, anche perché è chiaro a tutti che, davanti ad una scelta da prendere, il bivio sia inevitabile.

E allora facciamoci aiutare nuovamente dall’eco lontano di Seneca, che ci dice che il vento favorevole esiste, ma solo per chi sa dove vuole andare.

Forse tutti i torti non ce li ha.

Come posso essere flessibile nel cambiare rotta di fronte alle varie avversità, che potrei incontrare, se non ho una bussola interna con la quale mantenere una direzione?

Non ha senso catapultarsi in un’impresa senza aver sviluppato un piano, senza aver valutato rischi e difficoltà, senza avere a disposizione le risorse basilari. Non facendo ciò la probabilità di fallire sarebbe elevatissima e la sconfitta sarebbe accompagnata da un senso di frustrazione molto forte e forse anche da sensi di colpa.

Quindi se ti stai chiedendo se è bene farsi domande o non farsele, credo che l’essenziale sia farsi le domande giuste rispetto a ciò che si desidera. 

– L’obiettivo che vorresti raggiungere deve essere chiaro e specifico, altrimenti non sarai in grado di concentrare i tuoi sforzi o sentirti veramente motivato a raggiungerlo. Pertanto è bene chiedersi: “Cosa voglio realizzare? Perché questo obiettivo è importante?

  • L’obiettivo deve essere misurabile, così da poter monitorare i progressi ed avere un metro di misura per potersi domandare: “Sto raggiungendo il mio obiettivo?”
  • L’obiettivo deve essere realistico. Magari ambizioso, ma commisurato alle tue risorse e capacità. Perciò chiediti sempre: “Posso raggiungere questa meta con le mie possibilità?
  • L’obiettivo deve essere davvero importante per te, quindi è bene che tu ti chieda: “Ne vale la pena?
  • L’ obiettivo ha bisogno di una data, in modo da avere una scadenza su cui concentrarsi e qualcosa su cui lavorare, pertanto non dimenticare di chiederti: “Entro quando voglio raggiungerlo?”.

Non dimentichiamo però che, se da un lato la pianificazione precisa e dettagliata può risultare un punto di forza per considerare il piano migliore, occorre anche ricordare che tutte le cose portate all’eccesso potrebbero arrivare addirittura a bloccarci.

Questo vale anche per il tentativo di pianificare continuamente, di prevedere e controllare ogni dettaglio, di aspettare costantemente il momento perfetto.

Quindi, Federico, ci stai dicendo che, nonostante un’accurata pianificazione il vento non sarà favorevole?” Vi state chiedendo questo, vero?

Non si può mai attraversare l’oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva”, disse Cristoforo Colombo, che a causa di venti apparentemente poco favorevoli cambiò rotta e giunse a scoprire un continente mai conosciuto.

Bussola, mappa e cannocchiale tracciarono la sua rotta, ma il coraggio scrisse la storia. Cristoforo Colombo non divenne immortale perché fu fortunato, né perché pianificò di andare alla ricerca di un nuovo continente, ma perché, col coraggio nel cuore decise di mettersi in mare, fu quell’obiettivo che gli fece comprendere la rotta giusta, ma solo alla fine capì che quella maledetta tempesta era un vento favorevole, solo alla fine ebbe la forza di capire che quel vento sfavorevole era in realtà  un evento favorevole. 

Il Destino non è una nostra scelta, ma la speranza che qualcuno abbia scritto qualcosa di bello per noi, dimenticando che la penna per scrivere la nostra storia è nel taschino a sinistra, accanto al nostro cuore. Ma forse questo segreto puoi capirlo solo se hai il coraggio di arrivare fino alla fine di ogni tuo viaggio. Solo allora potrai giudicare un e-vento favorevole.

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 Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE