On fire

C’è una fiamma che arde dentro di noi, spesso nascosta, a volte esplosiva, ma sempre potente: la rabbia. Questa emozione, così umana e ancestrale, può essere vista come un vento impetuoso che scuote le radici della nostra serenità o come un fuoco che rischiara le ombre più profonde dell’anima. La rabbia, infatti, non è né buona né cattiva; è un messaggero, un guardiano, un segnale che qualcosa nel nostro mondo interiore o esteriore non va.

Ogni giorno, nel mio studio di Monterotondo oppure online, tante persone bussano alla porta del dialogo per raccontarmi la loro storia con la rabbia. Anime diverse accomunate da un sentimento intenso che, spesso, li lascia confusi, soli, o persi nel vortice di emozioni difficili da gestire.

Mi raccontano di come la rabbia sia un fuoco che a volte li travolge, una voce che sembra urlare senza pause dentro di loro. Altre volte, invece, è una fiamma quasi invisibile, trattenuta con fatica, pronta a scoppiare al minimo sguardo sbagliato o parola pesante.

In questo spazio di ascolto e accoglienza, impariamo insieme a riconoscere la rabbia non come un nemico, ma come un messaggero prezioso, una guida che indica dove tracciare i propri confini, dove dire “no” senza paura, dove prendersi cura di sé con rispetto e amore.

Ogni storia è unica, ma il filo che le unisce è sempre lo stesso: la voglia di trasformare questa energia potente in una risorsa, in una danza consapevole con se stessi e con gli altri. Che sia nel calore dello studio di Monterotondo, con la vicinanza reale e tangibile, o nel conforto di un incontro online, ciò che vedo è un desiderio profondo di cambiare, di crescere, di vivere la propria rabbia come un alleato, non come una condanna.

Ma come possiamo trasformare questa energia così intensa in un alleato? Come possiamo imparare a danzare con la rabbia, invece di esserne travolti?

La rabbia come segnale: ascolta la tua fiamma interiore

Immagina la rabbia come un fiume in piena che scorre attraverso il tuo corpo e la tua mente. A volte è un ruscello tranquillo, altre volte una corrente impetuosa che travolge ogni cosa. Il problema nasce quando cerchiamo di bloccare questo fiume o di lasciarlo scorrere incontrollato, senza consapevolezza.

La gestione funzionale della rabbia significa imparare a navigare queste acque, a riconoscere il momento in cui il fiume diventa pericoloso, e a usare la sua forza per raggiungere nuove rive.

La rabbia spesso nasce da un bisogno non soddisfatto, da un’ingiustizia percepita o da un limite oltrepassato. È come un campanello d’allarme che squilla per dirci: “Attenzione, qualcosa deve cambiare!”. Ignorare questo segnale significa spegnere una parte importante di noi stessi.

Primo passo: fermati e chiediti, con gentilezza e senza giudizio:

  • Qual è la causa reale della mia rabbia?
  • Cosa sto cercando di proteggere o ottenere?
  • Quale bisogno non sta venendo ascoltato?

La rabbia come sentinella dei nostri confini

Immagina la tua rabbia come un guardiano silenzioso che veglia ai confini del tuo giardino interiore. È lei che, con la sua voce potente e talvolta burrascosa, ci avverte quando qualcuno o qualcosa sta varcando una linea invisibile ma sacra: quella del rispetto verso di noi.

La rabbia ci dona la forza per dire “basta” quando il nostro spazio personale viene invaso, quando i nostri valori vengono calpestati o quando i nostri bisogni più profondi vengono ignorati. Senza questa emozione, rischieremmo di scioglierci come neve al sole, lasciando che gli altri decidano per noi, mettendo da parte la nostra autenticità.

I confini sono come il cerchio di luce che circonda un fuoco acceso nel buio: proteggono la nostra integrità, delimitano ciò che siamo disposti a tollerare e definiscono chi siamo. Quando la rabbia emerge, è spesso il segnale che quel cerchio è stato oltrepassato, e che è tempo di rimettere in piedi un muro di rispetto.

Come usare la rabbia per stabilire confini sani:

  • Riconosci la tua rabbia come un alleato: non un nemico da reprimere, ma un campanello che suona per avvisarti che i tuoi confini sono in pericolo.
  • Comunica chiaramente e con fermezza: usa la rabbia come carburante per esprimere cosa è accettabile e cosa no, senza aggressività ma con determinazione.
  • Prenditi cura di te stesso: stabilire confini è un atto di amore verso te stesso, non egoismo. La rabbia ti protegge perché ti ricorda di non perdere di vista chi sei.
  • Rifletti sui tuoi limiti: ogni volta che senti la rabbia salire, chiediti quale confine è stato oltrepassato, e quali cambiamenti puoi apportare per difenderlo in futuro.

Attraverso questo sentinella ardente che è la rabbia, impariamo a rispettarci, a far rispettare la nostra dignità e a costruire relazioni più sane e autentiche. È un linguaggio profondo, che parla di cura e rispetto, di forza e vulnerabilità, di libertà e responsabilità.

Tecniche per trasformare la rabbia

La rabbia non deve esplodere come un vulcano, distruggendo ciò che abbiamo intorno, né deve essere repressa come un fiume che si prosciuga. Può diventare un faro, una luce intensa che ci guida verso il cambiamento.

  1. Scrivi la tua rabbia: mettere su carta le emozioni, senza filtri, è come liberare il fiume da detriti che ne ostacolano il flusso. Scrivi ciò che senti, senza paura o censura.
  2. Il potere della gentilezza verso se stessi:  spesso, chi si arrabbia si colpevolizza o si giudica duramente. “Non dovrei sentirmi così”, “Sono troppo nervoso”, “Non è giusto che io perda il controllo”. Queste frasi sono come catene che imprigionano la rabbia, impedendole di trasformarsi. La gentilezza verso se stessi è un balsamo che permette alla rabbia di essere accolta, senza paura. Prova a dire: “Va bene sentire rabbia. È umano. Sono disposto a imparare da questa emozione”.
  3. Riconosci i tuoi segnali di preavviso: battito accelerato, tensione muscolare, pensieri rabbiosi. Agisci subito con tecniche di rilassamento.
  4. Impara l’arte dell’assertività: dire “no” senza aggressività né passività è un modo potente per rispettare te stesso e gli altri.

In fondo, la rabbia è una fiamma sacra, un fuoco primordiale che ci spinge a vivere con autenticità. Non si tratta di domarla completamente, ma di imparare a gestirla come un giardiniere esperto gestisce il fuoco nelle sue terre: evitando che divampi incontrollato, ma usando il calore per far crescere nuove forme di vita.

Quando impariamo a danzare con la rabbia, non solo evitiamo di farci del male, ma scopriamo una forza interiore che ci rende più veri, più liberi, più vivi.

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Buon vento 😉

Federico Piccirilli

Psicologo, Psicoterapeuta

Terapie Brevi

Terapia a Seduta Singola

Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE