Il suono della sveglia segna l’inizio di una nuova giornata e per molti genitori, il ritorno a scuola dopo le vacanze è un momento di normalità ritrovata, ma per alcuni, si trasforma in un campo di battaglia. “Non voglio andare!”, “Odio la scuola!”, “Non ci vado e basta!”: parole gridate tra pianti, rabbia e porte sbattute.
Davanti a queste scene, è facile sentirsi confusi, frustrati o impotenti. A volte, i comportamenti possono sembrare eccessivi, immotivati o ingestibili, ma non sempre dietro c’è una “patologia” vera e propria. Più spesso, si tratta di difficoltà comportamentali che meritano di essere comprese in profondità, senza etichette né giudizi.
Molte persone, che si rivolgono a me nel mio studio a Monterotondo oppure online, vivono spesso queste difficoltà. Per tale ragione questo articolo non intende fare diagnosi né incasellare i bambini in definizioni rigide, ma vuole offrire uno sguardo attento e compassionevole sui meccanismi oppositivi che possono emergere, soprattutto in occasioni delicate come il rientro a scuola.
Capire il comportamento oppositivo: uno schema, non un’etichetta
Alcuni bambini manifestano un atteggiamento fortemente oppositivo, provocatorio o ostile soprattutto nei momenti di maggiore richiesta, come il ritorno a scuola o all’asilo dopo una pausa. Si tratta di una modalità comportamentale, non necessariamente di un disturbo, ma comunque impegnativa da gestire nella vita quotidiana.

Questi bambini possono: arrabbiarsi facilmente e spesso in modo intenso, opporsi con fermezza a qualsiasi richiesta, trovare ogni occasione per discutere o contraddire, provocare genitori e insegnanti, anche senza una motivazione apparente, mostrare un atteggiamento vendicativo o frustrato ed avere difficoltà nel rispettare regole e limiti.
Questi comportamenti, soprattutto se ricorrenti, non vanno ignorati né banalizzati, ma neppure vissuti come un “problema clinico” da etichettare. È molto più utile comprenderli come segnali di una fatica relazionale ed emotiva.
Perché questo atteggiamento con la scuola?
Il contesto scolastico rappresenta per molti bambini un ambiente pieno di richieste, regole, separazioni e aspettative. Dopo mesi di casa, libertà e routine flessibili, il ritorno può essere vissuto come una perdita di controllo o come un’invasione di autonomia.
In alcuni casi, il bambino può reagire con forte opposizione, alimentata da: ansia da separazione, paura di fallire o di essere giudicato, bisogno di mantenere il potere sulla situazione e difficoltà di adattamento alle regole esterne.
Rifiutare la scuola può diventare l’unico modo che il bambino trova per esprimere il proprio disagio. È il linguaggio del comportamento che grida: “Qualcosa non va, aiutatemi a capirlo”.

Cosa possono fare i genitori?
1. Scegliere la connessione, non la correzione. Quando un bambino si oppone in modo esplosivo, la tentazione è quella di rispondere con durezza, minacce o punizioni, ma entrare nel conflitto alimenta il meccanismo oppositivo. Meglio cercare la connessione emotiva prima della correzione comportamentale, ad esempio può essere utile: mantenere un tono calmo e fermo, senza farsi trascinare, evitare reazioni impulsive o sarcasmo ed offrire comprensione prima di soluzioni.
2. Creare una routine. La prevedibilità è una grande alleata per i bambini che reagiscono con ansia o rabbia alle transizioni. Può aiutare: preparare tutto la sera prima (vestiti, zaino, merenda…), usare schemi visivi per mostrare la sequenza della giornata ed includere nel planning anche momenti piacevoli ed offrire scelte guidate, per ridurre la percezione di costrizione (“Preferisci fare colazione prima o dopo esserti vestito?”)
3. Leggere le emozioni sotto il comportamento. Ogni atto oppositivo contiene una comunicazione emotiva implicita. Allenarsi a decodificarla può fare la differenza. Riconoscere e nominare l’emozione non giustifica il comportamento, ma riduce l’intensità della reazione e apre uno spazio di dialogo.
4. Rinforzare i piccoli successi, non solo l’obiettivo finale. Se il bambino rifiuta la scuola da giorni o settimane, non possiamo aspettarci che cambi atteggiamento all’improvviso. Serve costruire fiducia a piccoli passi, celebrando ogni progresso, anche minimo: essersi vestiti senza conflitto, aver parlato della scuola senza chiudersi, aver varcato il cancello, anche solo per qualche minuto… Ogni passo va rinforzato con lodi sincere, attenzione positiva e magari una piccola gratificazione concordata.
5. Coinvolgere educatori e insegnanti con delicatezza. Il bambino ha bisogno di sentire che gli adulti di riferimento comunicano tra loro e lo sostengono con coerenza. È utile: condividere le difficoltà senza colpevolizzare, trovare strategie comuni e continuità educativa ed evitare etichette come “testardo”, “capriccioso” o “svogliato”. La scuola non deve essere un luogo dove il bambino “si corregge”, ma dove si sente accolto e compreso nella sua interezza.
Quando chiedere un aiuto professionale?
Non serve “aspettare che peggiori” per chiedere supporto. Quando il rifiuto scolastico diventa fonte di sofferenza quotidiana o blocca il normale svolgimento della vita familiare, è assolutamente legittimo e sano rivolgersi a un professionista dell’infanzia (psicologo, pedagogista, psicoterapeuta).
Un intervento precoce può offrire: spazi di ascolto per il bambino, strategie pratiche per gestire i momenti critici, supporto ai genitori, senza giudizi né colpevolizzazioni ed un inquadramento delle dinamiche, non in chiave diagnostica, ma per migliorare la qualità della vita relazionale.

Un bambino che urla, si oppone e rifiuta la scuola non sta cercando di farci impazzire. Sta cercando di dirci qualcosa che non riesce ancora a comunicare a parole. Parlare di comportamento oppositivo non significa etichettare o diagnosticare, ma offrire una chiave di lettura utile a intervenire con sensibilità.
Con pazienza, empatia e strumenti adeguati, anche i momenti più difficili possono trasformarsi in occasioni di crescita. Per il bambino, ma anche per l’adulto che lo accompagna.
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Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Terapia a Seduta Singola
Ricevo a Monterotondo (RM) e ONLINE